Dopo mesi e mesi ecco finalmente un nuovo post, anche se stavolta non sul cinema.
In questi ultimi mesi ho maturato una certa tendenza a fotografare coppie, sempre e solo in bianco e nero, forse per ricreare quell'atmosfera surreale e isolata tipica dei film romantici (in fondo, fotografia e cinema sono sempre stati strettamente legati, quindi non sono andata più di tanto fuori tema).
Ecco quindi una serie di foto scattate in varie città, durante gite scolastiche, viaggi estivi e semplici uscite pomeridiane. Spero che vi piacciano!
Prima di cominciare, mi scuso umilmente per essere scomparsa per più di un mese: la tecnologia non è proprio benvoluta a casa mia. E dire che mi ero promessa di scrivere un post a settimana. Che dire, sono una ragazza coerente. Detto questo, parliamo un po' di "Persepolis" : film uscito nel 2007 e diretto da Vincent Paronnaud e Marjane Satrapi, nonché autrice della graphic novel autobiografica da cui è tratto il film. Come "Moonrise Kingdom", neppure questa perla del cinema ha riscosso grande successo in Italia: ma se non fosse semi-sconosciuta, non si tratterebbe di una perla rara, giusto? Genere
Si tratta di un film d'animazione che, tra l'altro, fu candidato al premio Oscar: personalmente, lo definirei un "cartone per adulti", perché nonostante la grafica, semplice ed essenziale, ricordi lo stile dei disegni che tutti abbiamo fatto in epoca infantile, tratta tematiche molto forti. In primis, nel corso del film, si assiste al passaggio della protagonista dall'infanzia, all'adolescenza, all'età adulta in un contesto sociale e politico estremamente difficile e che, come tutti noi, affronta ed ha a che fare con situazioni più o meno piacevoli: la morte di un parente vicino, il primo amore ( che si rivela poi, come la maggior parte delle volte accade, una delusione), la separazione dalla famiglia, nuove amicizie, nuovo ambiente, nuovi amori. Insomma, "Persepolis" riesce ad abbracciare un'incredibile molteplicità di tematiche: dalle più divertenti ( come può essere lo sviluppo improvviso del corpo in fase adolescenziale) alle più drammatiche e toccanti, dovute principalmente dalla guerra.
Inoltre la protagonista, nonchè Marjan Satrapi, è un personaggio favoloso: adoro le sue battute, schiaccianti e piene di sarcasmo, il suo modo di parlare, di descrivere ciò che accade, di vivere e fare esperienza. Per darvi un'idea, vi riporto qualche battuta: "In pochi mesi la ragazzina che ero diventò una giovane donna. Fu un periodo di bruttezza eternamente rinnovata!" " Ero sopravvissuta a una rivoluzione, a una guerra e una banale storia di amore mi aveva atterrito."
E' incredibile la capacità che questo film abbia di strapparmi un sorriso ogni volta che lo guardo, per quanto possa essere giù di morale (è anche vero che alla fine trattengo a stento le lacrime). Trama Ho detto che la protagonista vive in un periodo estremamente difficile dal punto di vista sociale e politico, ma non ho specificato né dove, né quando, né perché: la storia si apre con una Marjane ormai ventiduenne che all'aeroporto, dopo aver indossato il velo, si scopre incapace di salire sull'aereo per Teheran. Il motivo di tale disagio si rivela, tra una sigaretta e l'altra, quando inizia un flashback che ripercorre la sua breve, ma intensa vita. Viene quindi mostrata una Marjane bambina, caratterizzata dalla sua allegria ed energia, che cresce in Iran nella seconda metà degli anni '70, sotto la dittatura dello Scià, all'interno di una famiglia appartenente alla classe borghese che aspetta con ansia il giorno della caduta della dittatura, per ottenere la tanto desiderata libertà. In seguito alla sua caduta, una serie di avvenimenti stravolgono sempre più la vita della protagonista, che all'improvviso si trova catapultata in un mondo ostile e crudele, inadatto ad una giovane ragazza. Come sempre, per sapere come va a finire guardatevi (o meglio, godetevi) il film! P.S. Un consiglio: fate particolarmente attenzione al rapporto che c'è tra Marjane e sua nonna, veramente particolare e caratterizzato da un affetto sincero. Detto questo, alla prossima recensione (spero vivamente che stavolta non passi un ulteriore mese di silenzio).
Film uscito nel 2012 e
diretto da Wes Anderson: ogni volta che lo riguardo mi stupisco di quanto poco
successo abbia riscosso. Per questo motivo, esorto chiunque stia leggendo
questa mia “recensione” a liberarsi per un’ora e mezza ( il film dura appena 94
minuti ): se vi doveste trovare soli in casa, durante una giornata piovosa,
armatevi di coperta e, muniti di una tazza di tè fumante (che non fa mai male),
godetevi questo piccolo capolavoro!
Genere
Per come la vedo io, questo
film fa parte di una categoria piuttosto “indefinita”, vi spiego il perché: vi
è un’alternanza di scene comiche, romantiche e drammatiche ( di conseguenza,
dovrebbe accontentare i gusti di tutti voi).
Aggiungerei però che
“Moonrise Kingdom” è uno di quei (rari) film caratterizzati da un sottile
sarcasmo: in ogni battuta, personaggio, o momento è presente questa sublime,
direi raffinata, ironia, che lo rende un film “delicato” e unico nel suo
genere.
I personaggi, la fotografia e
la sceneggiatura ricordano moltissimo “Il favoloso mondo di Amélie”, di Jean-Pierre Jeunet.
Trama
La storia è ambientata negli
anni ’60 nella pittoresca New Penzance, un’isola fittizia (perché se non lo
fosse, mi sarei trasferita là già da tempo) del New England.
I protagonisti sono Sam
Shakusky, un orfano dodicenne che fa parte dei Khakiscout nel Campo Ivanhoe,
guidato dall’esploratore veterano Randy Ward, e la giovane Suzy Bishop, che
vive con la sua monotona famiglia composta da tre fratellini, la madre Laura e
il padre Walt ( interpretato da Bill Murray, vi lascio immaginare quanto sia
spettacolare questo personaggio ).
Sam e Suzy, incontratisi un anno prima ad una recita, cominciano a tenersi in
contatto tramite lettere ( chiaramente si tratta di una corrispondenza tanto frequente
quanto segreta), finendo per innamorarsi. Decidono allora d’incontrarsi
l’estate successiva per fuggire di nascosto insieme lungo l’antico sentiero
della tribù indiana dei Cich-chaw.
Se siete curiosi di sapere
come va a finire, non perdete altro tempo e andate a guardarlo! Vi assicuro, la
storia è talmente ricca di imprevisti che più che una storia, sembra un puzzle
formato da tanti pezzi diversi l’uno dall’altro, ma che combaciano alla
perfezione ( un disordine ordinato, tanto per intendersi).
Inoltre è un film che tratta
un tema tanto bello quanto delicato: l’adolescenza. Rispetto a molti altri, Wes
Anderson è riuscito a descrivere a pieno la confusione che regna sovrana nella
testa dei ragazzi in età adolescenziale, senza però appesantire il film: una
volta finito di vederlo, l’unica cosa che vorrete fare sarà di rivederlo da
capo, parola di Khakiscout!
Questo è il trailer italiano, ma io vi consiglio vivamente di guardare il film in lingua originale: i dialoghi e le voci rendono troppo meglio in inglese, ve l'assicuro!